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Si comunica che è disponibile il libro contenente tutte le poesie dei partecipanti al concorso di poesia 2014!!

Il costo del libro è di 12 euro + spese spedizione (3 euro).

Il libro può essere richiesto a Francesca Rodighiero: 

cell: 3405341420

e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

 


   

PRIMO CLASSIFICATO - sezione lingua italiana

Giovelli Maria Francesca  - IL CUORE RESTA

 

SECONDO CLASSIFICATO - sezione lingua italiana

Saksidia Lucia  - ALBONA

 

TERZO CLASSIFICATO - sezione lingua italiana

Lazzarotti Bruno - L'INVERNO

 

Poesie segnalate - sezione lingua italiana

Ferrari Silvana

Taverna Egle

De Nardo Patrizia

Ciani Francesca

Zuliani Fabiola

Susanna Margherita

 

PRIMO CLASSIFICATO - sezione lingua friulana

Pierina Gallina - TAS TU CHE NO TU CAPISSIS NUJE

 

Poesie segnalate - sezione lingua friulana

Bertoia Angelo

Candido Ezio

Pascolini Gino Marco

Gregoris Marisa

 

PRIMO CLASSIFICATO - sezione racconti

Beltrame Dino - FUGGIRE

 

Racconti segnalati

Monti Gino

Rosin Beltramini Marinella

 

PRIMO CLASSIFICATO - sezione giovani

Basello Giorgia - LA MONTAGNA

 

Poesie segnalate - sezione giovani

Montanaro Enrico

Ferrari Nazzareno

 

PRIMO CLASSIFICATO - sezione lingua straniera

Penso Mara - L'OMBRE DES SAULES

 


 

Giovelli Maria Francesca  - IL CUORE RESTA

Stasera lascio un sorriso appeso
alla maniglia della porta aperta,
come se la vita non si fosse accorta
che parto; lascio il lume acceso,
nella notte, ma seguo quella voce
che porta il vento tra i rami del noce.
Eppure la vita lo sa che devo partire
anche se vado col cuore che resta,
con lo sguardo rivolto al fienile
in un giorno che esulta di festa.
Non dico addio ai sassi di questo paese
ai suoi orti in salita, alle sue discese
ai silenzi d’inverno di stufe e di fumo
alla primavera nel bosco, al suo profumo,
incido i sogni nella forza della roccia
e sciolgo il dolore nella limpida goccia:
diventerà l’acqua fresca della fontana,
l’emozione della mia prima alba lontana.

                              Maria Francesca Giovelli

 

Poesia premiata con le seguenti motivazioni del Presidente:

Il tema del distacco da luoghi con intensità amati, anzi totalmente interiorizzati e costituenti contorni e sostanza della personalità, è sviluppato con fluente delicatezza e con un senso di dolente fatalismo, stemperato tuttavia e alleggerito attraverso i toni di un'intima nostalgia, generatrice di saggezza.

 

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Saksidia Lucia  - ALBONA

Ho visto umide miniere abbandonate
ho calpestato pietre antiche,
ho cercato una casa fra tante allineate,
ancora vive.
Ho incollato i ricordi ad uno ad uno
e ad occhi chiusi ho percepito un suono,
nitido e leggero.
Chi suona il banjo di papà?
Ho immaginato il pianto silenzioso e rassegnato.
Era finita la felicità.
Tremava il suolo avito al passo di ruvidi soldati.
Scarponi scalcagnati, armi spianate,
una stella cucita sul berretto
rossa del sangue dei perdenti.
Ho visto, cercato, immaginato...
e ho pianto.

                                        Lucia Saksida

 

Poesia premiata con le seguenti motivazioni del Presidente:

Le vicende dei popoli e i destini individuali restano misteriosamente e drammaticamente legati ai luoghi dove si compirono, alle case, agli oggetti. Gli occhi del cuore possono rivedere il passato e ridestare la memoria, inducendo a semplici e amare riflessioni sulla storia.

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Lazzarotti Bruno - L'INVERNO

Conficcato nella sera
il buio si chiude a parentesi
su una luce arata,
la scosta in silenzio
fino all’opacità distesa del nero
che sbuccia
le geometrie serrate dei muri,
il graffio delle crepe
e delle macchie dei fari,
preme come una minaccia
la riga dei fiati
rappresi sui visi,
la filigrana dei pensieri.
L’inverno accoglie
con moti impensati
i brandelli delle attese,
che frusciano
così limpidamente crudeli
in anfratti e sospiri del cuore,
ma presto assottigliate
nella cieca risacca della vita
svaniscono senza tracce,
senza cicatrici.

                                              Bruno Lazzerotti

 

Poesia premiata con le seguenti motivazioni del Presidente:

Una preziosa filigrana verbale insegue e imbriglia il reattivo dinamismo della coscienza, dove si susseguono e si compenetrano sensazioni e intuizioni dominate da una condizione di attesa rivolta a incombenti, inspiegabili, evanescenti insidie.

 

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Pierina Gallina - TAS TU CHE NO TU CAPISSIS NUJE

Frutinecunlisstrecislustris,
mal di orelis
e liscejs sore i libris,
tu cjalavis il mont
daûr une sfrese di barcon,
cidine,
par pôre di fati viodi.

Fantacine
culsium di un sbelèt,
di un pâr di cjalcis finis,
di une bicicletegnove.

Coragjose di incussience
ma cidine
par no sintiti a dî “Tâs tu ... che no tu capissisnuje”.

Nuvicebraurìne
cunlissôsfrutinis,
incjantade di un vivi plen d’amôr
ma cun la voe
di jessicualchidun
e di svualâcunlisaliscravadis dal judizi.

Feminebussade dai agns, siôre di ajar
e cidine
intalcjantonscûr
dulà che il boborosso
al berle ancjemò
“Tâs tu … che no tu capissisnuje”.

                                              Pierina Gallina

 

Poesia premiata con le seguenti motivazioni del Presidente:

Si tratta di una efficace e vivace sintesi, tra ricordi privati e ironia, della educazione alla sudditanza impartita alle donne in una società conservatrice e statica. Per contrasto dalla pagina si effonde una forte determinazione di libertà e di autonomia.

 

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Beltrame Dino - FUGGIRE

La mente tormentata dai ricordi osserva le mani che preparano la valigia con meticolosa attenzione. Se è vero che gli errori si pagano, è altrettanto vero che non ci si può condannare ad una vita che incarceri le gioie come se aspirare ad essere felice fosse un delitto da scontare con una vita stupidamente morta e che i principi inculcati dalla più tenera età si trasformino in carcerieri pronti a staffilare una coscienza megalomane ed ipertrofica che gode nell’accendere rimorsi a ogni piè sospinto.

Basta. Chiudo con rabbia le serrature, afferro il manico della valigia e scendo le scale sentendomi più leggero ad ogni passo che mi avvicina all’uscio di casa.

Non voglio avere più paura. Spalanco il cancello e la notte mi accoglie amica con mille luci che indicano la via del coraggio, con odori e rumori vivi che cantano con gioia il fluire del tempo.

Ora voglio vivere in modo completo, poiché non ci saranno tempi di recupero in questa partita chiamata vita. L’aria profumata dai tigli, calda come la pelle delle donne innamorate, mi accoglie dentro di sé, umida, dolce, sincera.

Aprendo lo sportello dell’auto, i sedili morbidi m’invitano con suadente dolcezza a sedermi sulle loro flessuose curve.

Mi sento avvolgere da un abbraccio fermo, accogliente, silenzioso. Giro la chiave e le luci del cruscotto brillano festose, il motore ruggisce di gioia come l’uomo vincitore sul mondo anonimo e privo di coraggio che lo circonda.

Un calcio a tutto e l’aria si riempie dell’odore magnifico di gomma fusa, bruciata, le ruote gridano un siiiiiiiiiiiiii acuto che taglia le nubi, attraverso le quali spunta la luna tonda, romanticamente luminosa e finalmente un sorriso compare dopo molto, troppo tempo passato ad autocommiserarmi.

L’asfalto amico corre sempre più veloce e vuole accompagnarmi lontano, dove il mondo inizia.

Porca miseria: la vedo all’ultimo istante e inchiodo l’auto che s’impunta sull’asfalto, arrestandosi a pochi metri da una figurina esile e gentile con due occhi spalancati e vestita succintamente. Inghiotto alcune volte a vuoto prima di guardarla con un po’ più di calma.
Per essere bella è bella, con calze a rete che accarezzano le gambe con un intreccio a spirale che sale, sale, raggiungendo …..

Capisco che probabilmente è una prostituta a caccia di clienti notturni che cercano di riempire la solitudine illudendosi che una donna possa mitigare la mancanza d’amore che spadroneggia nella loro anima.

Si avvicina correndo, bussa freneticamente sul finestrino,spaventata, urlando frasi che non capisco. Abbasso il vetro e la sua testolina con tutti i suoi capelli biondi entra nell’abitacolo gridando “aiutami, ti prego, non voglio morire qui, portami via, andiamo via”.

Ci risiamo: il vecchio istinto del boy scout prevale sulla ragione che mi dice attento, ti sei appena liberato da un guaio e ti stai tuffando di testa in un fiume di casini senza conoscerne la profondità. Ma voi lascereste sulla strada un gattino bagnato che trema guardandovi, senza nemmeno la forza di emettere un flebile miagolio? Apro la portiera e lei si fionda sul sedile, rannicchiandosi e sollevando le ginocchia sino a toccare il mento. Riparto guardandomi in giro per capire qualcosa di questa strana situazione, immaginando di essere inseguito da gentaglia che vuole la nostra pelle. Superati di slancio alcuni quartieri abitati, mi fa cenno di fermarmi in un vicolo laterale silenzioso e poco illuminato. Mi guarda negli occhi e comincia a sfilarsi gli slip rossi e trasparenti che indossava sotto la minigonna cortissima sussurrandomi: “io amore, vuoi?” Dall’accento capisco che proviene da qualche paese dell’est Europa.

Anche se sento fischiare le orecchie mi dico che no, non posso farlo: sarebbe come sparare sulla croce rossa. “Dai, rivestiti, non l’ho fatto mica per quello, altrimenti ti avrei lasciata lì. Eri così spaventata e indifesa che ho sentito della tenerezza e non sarebbe stato giusto abbandonarti: sei così giovane e carina e in quella strada avresti corso dei brutti rischi, stando a quanto hai gridato”. Gli occhi si allagano e con un singhiozzo mi abbraccia tremando appoggiandosi a me con tutto il suo corpo da cui proviene un tepore dolcemente profumato, di pulito, non violento come usano solitamente le lucciole.

Sarò scemo? Mi capita un’occasione simile appena libero dal giogo della monotonia quotidiana e la sto gettando alle ortiche così? Almeno qualche domanda per togliermi la curiosità gliela voglio proprio fare: “perché fai questo mestiere? Chi voleva farti del male?

Chi sei? Quanti anni hai? Dove vuoi andare?”. Si stacca dolcemente e sorride rispondendo in perfetto italiano e senza alcun accento: “se continui con tutte queste domande mi farai girare la testa. Andiamo in un posto tranquillo e ti spiegherò alcune cose ma voglio dirti subito che non sono una che fa il mestiere ma ho dovuto assumere questo aspetto per dei motivi che ti spiegherò dopo, sempre che possa fidarmi di te”. La curiosità che queste parole suscitano in me so che mi condurranno verso un mare di situazioni impreviste, incontrollabili, pericolose, ignote. Evviva, finalmente qualcosa di non prestabilito, prevedibile, noioso, che potrà ridare entusiasmo a una vita percorsa in modo scontato e grigio.

E poi lei è così bella e giovane.

Ma dove possiamo andare? Ho trovato: la baita di montagna in quella malga isolata ma con la strada facilmente raggiungibile, anche se dista qualche ora di strada.

“Se vuoi, ti posso ospitare finché la situazione in cui ti trovi non migliori”.

Accetta esitando un attimo e poi fa una domanda diretta, piantandomi gli occhi in faccia: e no, così non vale, sta demolendo tutte le difese che avevo eretto nei confronti dell’altro sesso. “Perché lo fai? Non hai paura che possano prendersela anche con te? In fondo non mi conosci affatto e potrei farti rischiare molto, al di là di quello che credi”. Bella domanda: il volto cambia espressione e diventando serio sussurro sottovoce un pensiero che sale dal profondo, che è rimasto celato per lungo tempo, inconfessato, pudicamente relegato nell’angolo più remoto dell’essere: ”forse perché avrei voluto che nella mia vita ci fosse stata un’amica, una figlia, una donna che avrei potuto amare, proteggere, che mi guardasse come mi stai guardando tu adesso”. La sua manina si posa sulla mia, stretta sul volante, vedo a malapena il suo volto ma la voce ha un tono caldo quando risponde ”andiamo”.

Comincia a piovere, l’asfalto lucido diventa luminoso sotto i fari, il fruscio regolare delle ruote crea un clima di calda intimità all’interno dell’abitacolo: lei continua a tenere la sua mano sulla mia e lentamente posa il capo sulla mia spalla, chiude gli occhi, il respiro diventa regolare.

Dopo un po’ raggiungo la casetta (forse è riduttivo definirla così visto che avrà una superficie coperta di circa trecento metri quadri), freno dolcemente davanti all’ingresso e la sveglio. L’urlo mi coglie di sorpresa e all’improvviso mi salta addosso cercando di graffiarmi. Riesco malapena a trattenerla mentre grida frasi che non comprendo.

La blocco sul sedile e lentamente sembra riprendere contatto con la realtà, calmandosi gradualmente mentre spalanca i suoi occhi dorati.
Dorati? Ma non erano azzurri? E sì che non fumo né cicoria né altro e le piste le faccio solo con l’auto granturismo.

“Scusa”.

Scende veloce ma piove ancora e la camicetta s’incolla alla pelle, ma i capelli rimangono intatti, come fosse appena uscita dalla parrucchiera.

Strano.

Forse sono troppo stanco e confuso per mettere a fuoco le immagini.

Alzo le spalle ed entriamo in casa e lei si dirige verso l’armadio guardaroba, sceglie alcuni vestiti asciutti e li posa sull’ampio divano di velluto rosso, si spoglia completamente lasciando cadere a terra gli indumenti bagnati, si dirige, verso la doccia aprendo il rubinetto dell’acqua calda che, a contatto con la sua pelle, assume un colore rosato, come l’alba di un mattino sereno.

Come faceva a sapere com’è la casa se non c’era mai stata prima. O no? Mah!

Rimango incantato a guardarla, mentre nell’aria si spande un profumo mai sentito in tutta la mia vita e sembra che tutti i sensi si acuiscano ampliando sensazioni di puro piacere.

Volge la testa, mi sorride tendendomi la mano. Mi avvicino e dolcemente sfioro il palmo aperto e asciutto.

A questo punto non capisco più nulla, la guardo negli occhi blu come l’oceano sfiorati da un raggio di luna. Sono smarrito, sconnesso e lei scoppia in una risata allegra, limpida come una cascata di ghiaccioli su di uno xilofono.

Vieni, aiutami a vestirmi prima di mangiare qualcosa. Ho una fame e se non rimedio qualcosa, mi metto a ululare alla luna come un cojote.

Mi fuma il cervello mentre le faccio una domanda: ma non ti asciughi prima?

“Sono già asciutta, non mi servono asciugamani né accappatoio. Toccami”

Mi solleva la mano aperta e l’appoggia sul seno asciutto e morbido, premendola lievemente. Sento battere il suo cuore : ogni tanto.
Ma allora ditelo che ho bisogno di un bravo medico per ritornare al mondo reale. Non riesco più a capire quello che stanno combinando i miei sensi, sono in preda ad allucinazioni?

Lei vede il mio smarrimento e sussurra piano “lo so che ti sembro molto strana. Ti dirò alcune cose che ti rassicureranno ma prima vorrei essere certa che non appartieni alla moltitudine di persone che mi braccano. Sono stata tradita troppe volte e un errore di valutazione potrebbe portare me alla morte ed il genere umano ad una sofferenza che non è ancora in grado di controllare senza scatenare conflitti che probabilmente non rimarrebbero confinati nel nostro pianeta.”

Adesso sono quasi sicuro: se non sono fumato io, lei senz’altro ha assunto sostanze strane mescolandole in percentuali e quantità industriali.

Voltandomi le spalle, sempre tenendomi per mano e trascinandomi verso la cucina lei mi risponde: non ti preoccupare, io bevo solamente camomilla per tranquillizzarmi, non mi serve tutto quello che pensi.
E no e, non mi leggerà mica anche nel pensiero. Guardo l’orologio che segna ………la stessa ora di quando l’ho incontrata. Lo accosto all’orecchio e sento chiaramente il ticchettio del meccanismo.

“Scusa, quando sono sconvolta non riesco più a controllarmi e interagisco con tutto e tutti, anche con il tempo. Adesso ti preparo qualcosa con quello che trovo nella dispensa. Tu intanto fatti una doccia, fredda, perché ti vedo un po’ agitato.”

E chi non lo sarebbe?

Mi dirigo verso la cabina doccia di ultima generazione, completa di tutti gli accessori più trendy, dall’aromaterapia alla cromoterapia, naturalmente fornita con un impianto acustico da sballo, ampia quanto una cucina, acqua a flusso laminare, ecc.

Mi spoglio e guardandomi dico che in fondo non sono male: la disciplina che mi sono imposto dà i suoi frutti. Sana alimentazione, palestra e nuoto intesi come stile di vita possono far godere al massimo il tempo che ci è stato assegnato su questo pianeta.

Attivo la sauna e tra luci colorate, profumi e musica dolce apro il flusso dell’acqua.
Nello specchio appannato vedo una figura leggera come un polline primaverile che avanza verso me. Mi volto e tutto si ferma: cuore, respiro, pensieri, rimangono sospesi e provocano la stessa sensazione di quando mi lanciavo col paracadute da tremila metri d’altezza.

Piano, con passi lenti e leggeri si avvicina e mi posa una mano sul petto.

Dimenticavo di dire che non ho mai visto una donna nuda più nuda di lei.

Si volta e dandomi le spalle si dirige verso il lettino basso, sale lentamente in ginocchio, muovendosi come una gatta e guardandomi si stende sulla schiena.

La pelle, cosparsa di piccole gocce di vapore, assume colori iridescenti e il profumo lieve diffuso nell’aria penetra attraverso il suo corpo rendendolo morbido, docile, irresistibile.

Sento un richiamo caldo, un “vieni” come un sospiro. Lo sento nella mente perché le sue labbra sono rimaste chiuse mentre mi sorrideva, invitante, sollevando il ventre ed aprendosi leggermente.

Sono sommerso da una sensazione mai provata di perfezione totale che mi porta naturalmente verso lei. Quando sono vicino, non provo il desiderio di baciarla ma solamente di fondermi in lei e con lei condividendo questa emozione assoluta.

Mi stendo sopra lieve come il velo della notte che scende sui prati fioriti d’estate e m’immergo in lei, umida, calda, aperta. Rimaniamo così in silenzio, guardandoci dentro e respirando insieme. Sento emozioni sconosciute invadere la mente, colori e sensazioni dilatarsi e fluire attraverso vie astrali costellate da galassie e raggiungere la sua mente, guardandomi come fossi lei e ad un tratto esplodere in un orgasmo che può raggiungere un uomo o provare una donna, ma contemporaneamente e separatamente allo stesso momento: io ero lei e lei era me. Guardavo il suo volto sorridente con gli occhi socchiusi e nello stesso momento mi vedevo con un’espressione stupita sul volto, finchè tutto fu risucchiato da un vortice in un buco nero, annullando tutto.

Quando apersi gli occhi, l’alba illuminava una sottile bruma che pigramente si alzava dai prati circostanti. Mi accostai all’ampia vetrata e la vidi camminare lieve attorno alla grande quercia, alla fine del viale dei glicini fioriti che profumavano l’aria.

Con le braccia aperte, compiva un percorso circolare e al suo passaggio…
spuntavano crocus e margherite che, dopo breve, svanivano mescolando i loro colori con la nebbia che lentamente si stava diradando, rendendola iridescente, lasciando il posto ai raggi del sole, luminosi, vivi, scintillanti tra le foglie imperlate dalla rugiada mattutina. Fendo i raggi di luce spostandoli con le mani: hanno l’esile consistenza di una ragnatela dorata e al tatto appaiono serici, fluttuanti, trasmettendo un calore ovattato, pregno di profumi esotici e sconosciuti.

Sfiorando lieve il terreno con i suoi piedini nudi, mi venne incontro tendendomi le mani.“Vuoi sapere davvero chi sono?”

Con la bocca asciutta, emisi un flebile sì.

“Io sono l’Amore, l’essenza dell’universo che permette all’uomo di credere e sperare in un futuro, oltre l’odio, la vendetta, oltre le miserie che affliggono la condizione terrena. Sai perché tutti vogliono uccidermi? Perché riuscirei da sola a cancellare guerre, lacrime, sofferenze, rendendo l’uomo libero e non più succube di egoismi masochistici che lo portano a progettare e condizionare il destino degli altri, soggiogandoli, creando falsi miti ariani, fomentando divisioni e razzismi che conducono inevitabilmente alla sofferenza, mare in cui squali e predatori di vite altrui si cibano in un’orgia di delirante potere”.

Accarezzando la mia guancia, sorridendo piano, in un sussurro mi dice: “torna alla tua vita, ricordati di amare senza ma e senza se. E il mondo sarà tuo”.

Il suo corpo divenne acqua, luce, azzurre nubi, iridescente come un arcobaleno e con un sospiro lieve come una brezza lo respirai, si diffuse tra gli spazi della mente, assoluto, unico, vivo.

Per la prima volta nella mia convulsa vita assaporo un senso di pace, gioia.

Adesso so cosa fare.

Salgo in auto più felice a ogni metro di strada percorsa e mi dirigo verso casa, cercando l’altra metà del mio universo, dove mi attende l’amore perduto.

Senza ma e senza se.

                                        Dino Beltrame

 

Poesia premiata con le seguenti motivazioni del Presidente:

È una favola moderna che insegna come ribellioni umorali, insoddisfazione malamente covata ed evasioni illusorie allontanino pericolosamente dall'autentico della vita, che ha invece il suo baricentro nell'amore sempre da riscoprire e riaffermare, da accogliere con entusiasmo e del pari con attivo realismo.

 

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Penso Mara - L'OMBRE DES SAULES

Quand, à l’ombre des saules assise,
bercée par le bruissement des feuilles
le regard melancolique se pose
sur les berges par le vent caressées.
l’âme, trempée de lumière, imagine
corolles de rêves et fables invente.

Ivre de soleil, j’effleure nuages
de cristal, frêles transparences
à dessiner des limites etherées.
Petales de brissons s’entrelacent,
murmures ailés sur le sillage du jour.
Le ciel se reflète sur l’eaux claire.

Branches assoiflées de vie boivent
de la sève. Faibles tiges se plient
entre des nuances de perles dorées.
Douceur d’emeraude m’effleure
pendant que je flotte
dans un doux enchantement.
Merveille filtre jusqu’a l’essence.

                                   Mara Penso

 

Poesia premiata con le seguenti motivazioni del Presidente:

Musica, colore, suoni e flussi di luce si compenetrano e scorrono ricostruendo le atmosfere affascinanti prodotte dal variare delle ore. Una caleidoscopica rete di fenomeni favorisce e sigilla un rapito abbandono alle cangianti bellezza della natura.

 

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Basello Giorgia - LA MONTAGNA

Sola è la montagna,
tutto tace intorno a lei
tristezza malinconia e lentezza
regnano in questo paesaggio spento.
La casa piange
come un bambino solo e disperso
che fissa i suoi cari.
La neve cade sul cuore gelato
tutto scompare
senza lasciare traccia.

                                Giorgia Basello

 

Poesia premiata con le seguenti motivazioni del Presidente:

La magia di un paesaggio silente e aspro, ammorbidito dalla neve, viene dipinta con incantata chiarezza.

 

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Gli autori, con la partecipazione al premio, autorizzano l’“Accademia Città di Udine” alla pubblicazione della loro opera, rinunciando ai diritti d’autore.

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